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Premio Maria Rossi Sabelli |
Nell'arte una delle figure più suggestive è la donna; questa creatura è raffigurata e riprodotta sin dalle origini e la sua essenza cambia e si modifica di pari passo con l'emancipazione storica del gentil sesso nella storia dell'Occidente. Con il passare del tempo, dalla preistoria all'età attuale, il modo di rappresentarla è mutato radicalmente più volte, e così anche le simbologie ad essa collegate.
Sin dall'arte preistorica la donna compare nell'immaginario collettivo della società umana come una figura dalla duplice entità, quella ineffabile, angelica, creatrice e nobilitante per l'uomo, e quella distruttrice, diabolica e dannosa per l'uomo.
In Occidente la donna acquisisce una sorte unica e contraddittoria, dovuta alla mistione delle due entità attribuitele.
L'arte delle bande di cacciatori e raccoglitori del Pleistocene riserva alla donna una posizione di spicco e di dominio sul mondo; le statuette femminili dai corpi "voluminosi" con seni, glutei e fianchi prominenti sono il riflesso di questa visione di sommo valore e di funzione creatrice, "riproduttiva" e civilizzatrice per la Terra e in particolare per l'Umanità. Queste sculture sono dette Veneri per l'indiscussa caratteristica sessuale e la forte accentuazione dell'aspetto fisico della donna come sesso adibito alla procreazione e al perpetuarsi della rinascita e della vita; per questo sono avvicinate a Venere, la dea dell'Amore, della fertilità, sessualità e della bellezza.
Sono oggetti legati al culto della fertilità e della fecondità esclusivamente femminile. Vengono definite dagli storico-
La figura femminile rappresentata nella mia opera è una sorta di bellissima Venere, avvolta da un alone di mistero. I piedi sono leggermente divaricati, con il peso del corpo sbilanciato sul sinistro. L'insieme vuole dare l'impressione di equilibrio e armonia. La sua figura è stilizzata e fortemente idealizzata rispettando l'ideale di bellezza e di perfezione. Una figura che ci fa dono dell'immagine immortale di una placida fanciulla che sogna e guarda avanti un futuro solido, voltando le spalle a un passato che non aveva nulla da offrirle.
E’ l'immagine di una donna che mostra la sua forza interiore attraverso la perfezione e la bellezza delle sue forme di cui appena si percepisce il profilo.
Per uno scultore la donna è anzitutto forma. E' il simbolo della figurazione di tutti i tempi, è l'archetipo della dimensione umana, della sua trasparente profondità, del suo glorioso intelletto, della sua perfezione assoluta, sopra ogni altra forma vivente. E' alla forma della donna che viene consegnato il giudizio estetico dell'arte.